La selva oscura, che è il non trovare una via d’uscita ai propri errori. Ma ero tutt’altro che stupido; intravedevo la luce del Bene al di sopra di un colle ma non potevo giungervi perché avevo innanzi a me la lince e il leone, simboli di lussuria e violenza che mi preoccuparono. Ma mentre a questi gli si può far fronte (l’istinto lussurioso può essere dominato, l’intelligenza è più forte della violenza) di fronte ad una lupa, cioè l’inganno, l’uso malevolo dell’intelligenza, non si può far niente (l’intelligente buono nulla può contro l’intelligente malvagio) e dunque precipitavo dal colle, se non che notai un signore silenzioso che seguiva la scena fin dall’inizio. Chiesi aiuto. Il fantasma (tale era) si rivela come Virgilio, che consideravo non solo maestro di stile, ma anche uomo illuminato perché cristiano senza sapere di esserlo, perciò mi spiegò che potevo arrivare a salvezza ma non da solo, lo dovevo seguire passando, prima di tutto, attraverso il Male eterno.
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